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Per anni
studiosi e luminari di svariate discipline hanno discusso
sull’esistenza degli extraterrestri. La risposta si è palesata in
tutta la sua evidenza solo con la venuta al mondo di Diego De
Cesaris. Frutto evidente di una civiltà aliena, il piccolo Diego
appare da bambino in quattro posti contemporaneamente e riesce a
mangiare quantità di pane pari a due volte e mezzo il suo peso.
All’età di sei anni è in grado di leggere nel pensiero, indovinare
i numeri del lotto e progettare razzi interstellari, ma fa ancora
fatica ad allacciarsi le scarpe. La sua forma fisica appare
sorprendentemente cangiante ed imprevedibile, e le persone che lo
incontrano lo descrivono tutte in maniera diversa: chi parla di un
simpatico ragazzino cicciottello, chi di un curioso animale
piumato con due teste e sette zampe, chi giura di non averlo mai
visto e scappa urlando. Adolescente, i servizi segreti americani
lo coinvolgono in un esperimento top secret, utilizzandolo come
antenna per contattare gli abitanti della galassia di Alpha
Centauri. Qualcosa, però, va storto: Diego viene colpito da un
fulmine che ne azzera i poteri e ne cancella la memoria,
rendendolo del tutto inutile alla causa. Il governo perde ogni
interesse in lui e lo abbandona in mezzo al deserto, attraverso il
quale Diego vaga per un decennio, cibandosi di insetti e serpenti
a sonagli. Finché una notte di ottobre, mentre abbrustolisce il
suo toporagno, la sua attenzione viene catturata dall’ululato dei
coyote: cercando di imitarli, Diego si rende conto di possedere
una voce celestiale, e si teletrasporta misteriosamente nel bel
mezzo della saletta dei Vappa. |